Vita da Visualisti – Con Gianantonio Dolfin
Capita che ad un certo punto, come è capitato al sottoscritto, si voglia aprire un blog. Capita che degli utenti rispondano agli articoli…e capita che tra questi ve ne sia qualcuno particolarmente interessante e che merita di attenzione. Ecco ciò che è capitato a me, su queste pagine. Mi riferisco in particolare ad alcuni apprezzatissimi interventi da parte di un utente, Gianantonio Dolfin, che scrisse alcuni post in risposta ad articoli di Astrofilo Neofita. Dopo alcuni chiarimenti avvenuti sul blog, io e Gianantonio abbiamo iniziato una serie di contatti personali via mail molto interessanti, durante i quali abbiamo approfondito i punti di vista sulla nostra passione e dove il buon Gianantonio mi ha descritto come sostanzialmente la sua passione sia legata principalmente all’attività osservativa. In seguito è nata l’idea di creare questa sorta di articolo-intervista, a cui Gianantonio si è dedicato, volta a far toccare con mano come sia la vita da visualista. In effetti, questo argomento è sempre un pò piu bistrattato in genere, a causa dell’imperante passione astrofotografica che riempie numerose pagine di web tra cui anche questo blog. Ma strizzando l’occhio al neofita come sempre si cerca di fare su queste pagine, ho ritenuto interessante sviluppare grazie al nostro amico un articolo che racchiuda una brillante scintilla del mondo visualista, adatto anche a chi inizia oggi e a chi cerca nuovi stimoli dopo le possibili delusioni e difficoltà iniziali di questa passione. Ringrazio Gianantonio per la disponibilità e spero di riuscire, attraverso questo interessante spunto, a fornire un rinnovato spirito osservativo: Gianantonio, infatti, si sposta anche di 140 km per cercare un cielo sereno e libero da inquinamento luminoso..
Beh..se consideriamo i suoi ben 80 anni di età, direi che non cogliere certi stimoli significa perdersi sicuramente qualcosa di sorprendente che solo il buon cielo ci può dare! Buona Lettura…e abbandonatevi sempre a nuovi entusiasmi!
Ciao Gianantonio e ben ritrovato su questo blog. Complimenti per l’età e per esser riuscito a mantenere viva questa passione nel tempo. Proprio a proposito degli “spazi temporali”, a quanti anni hai iniziato a osservare il cielo e da quanto tempo pratichi l’osservazione celeste?
Da sempre ho provato uno sviscerato amore per la natura. Piante, animali, paesaggi alpini e marittimi e, naturalmente, anche il cielo che osservavo soprattutto nelle calde sere estive. Poco sapevo degli oggetti che occupano la volta celeste e così, soltanto alcuni anni fa, diciamo sei,ho sentito il bisogno di conoscere questi oggetti, avvicinandomi, si fa per dire a loro, mediante l’uso di un telescopio.
Sai..in tanti iniziamo questa passione proprio per la voglia di avvicinarci un pò di piu al cielo e osservarne gli anfratti spettacolari. A volte però capita che dopo le prime entusiasmanti visualizzazioni si prendano tre strade “diverse”: o ci si innamora subito, oppure col tempo…oppure si molla. Come è stata la tua prima esperienza?
E’ stata, come penso per tutti, esaltante: non immaginavo che l’ingrandimento, anche modesto del telescopio, creasse quell’impressione di avvicinamento che non dimenticherò mai.
Anche tra i visualsiti a volte si incontrano persone che utilizzano i propri telescopi per ricerca scientifica o per spirito di ambizione e sfida. Nel tuo modo di vivere l’astrofilia, che rapporto hai con il cielo?
Galileo ebbe un rapporto puramente scientifico, anzi la scienza astronomica nacque con lui. Il mio rapporto, invece –e qui molti astrofili inorridiranno- è fatto di puro sentimentalismo, essendo naturalmente grato alla scienza per le possibilità offertemi di conoscere e approfondire, a livello elementare, i misteri dell’Universo
In effetti penso anche io che vivere questa passione come visualisti permetta un miglior apprezzamento del cielo dal punto di vista sentimentale e anche come crescita personale e perchè no..filosofica! Sinceramente parlando, io da astrofotografo trovo a volte un pò asettico il momento dello scatto e dell’elaborazione dell’immagine. Grazie alle tecnologie di oggi una sessione astrofotografica può avvenire anche in remoto senza nemmeno mai osservare il cielo. Quindi comprendo perfettamente il tuo punto di vista e bonariamente, un pò lo invidio. 😀 Pariamo invece di strumentazione…con quale strumentazione osservi?
I miei strumenti sono: un binocolo angolato da 100 mm di apertura e 20, 30 37X. In aggiunta uso normalmente un rifrattore Takahashi TOA 130 su montatura neq6 pro
Sai tempo fa anche su Astrofilo Neofita avevo avuto l’idea di parlare del binocolo per osservazione. Esiste un libro molto carino, scaricabile liberamente online o su questa piattaforma che si chiama “Un Binocolo Verso le Stelle”
Per quel che riguarda invece il Takahashi….beh…tanto di cappello. Ecco la foto del setup di Gianantonio!
Che oggetti osservi con questo autentico mostro??
I pianeti anzitutto, ma non perché siano i miei oggetti preferiti. Evidentemente per il fatto che il tipo di telescopio è particolarmente adatto a questo fine. Di norma, però, preferisco il profondo cielo e anche se gli oggetti deboli, non li vedo certo come in un buon Dobson, il mio telescopio me li presenta ben contrastati e staccati dal fondo cielo. Anche se piccoli, la loro visione mi soddisfa ugualmente.
…e come li scegli?
Li scelgo solitamente in base ad una costellazione precedentemente esaminata, ma non necessariamente. A volte faccio zapping e quel che vedo, vedo
A questo punto vogliamo sapere di piu eheheh! Come ti organizzi una tipica sessione di osservazione?
Utilizzo un metodo semplice ma per me funzionale: dopo aver deciso in quale posto andare, seguendo le indicazioni meteo,preparo subito la pulsantiera con le coordinate del luogo di osservazione e l’altitudine. La imposto anche in modo che mi possa indicare una comoda stella per l’allineamento ad una, che è il mio preferito. Giunto sul luogo, piazzo la montatura orientata al polo nord celeste, imposto i dati non memorizzati dalla pulsantiera che, per l’allineamento mi riproporrà quella stella che già so, sollevandomi dalla fatica di cercare al momento la stella più adatta. Quando il telescopio è pronto, mi concentro sulla costellazione già scelta a casa e cerco di vedere e “studiare” tutti gli oggetti che la compongono.
Mentre rispondevi mi è venuto in mente che nell’esperienza osservativa può capitare di imbattersi in una certa ripetititivtà o noia e quindi considerando la velocità di obsolescenza delle passioni tipica dei nostri tempi serve un criterio per mantenere alto l’interesse. Che suggerimento daresti per mantenere alto l’interesse osservativo?
Qui bisognerebbe fare una distinzione tra astrofotografi e puri visualisti, come me: i primi non possono concedersi del sentimentalismo, ma devono curare aspetti tecnici ed avere spiccate attitudini meccanico/elettroniche. Per questa categoria non avrei suggerimenti da dare, essendo l’attività dei suoi appartenenti puramente soggettiva. Ai visualisti, invece, direi di dare alle loro osservazioni carattere di continuità: di insistere, cioè, più volte sullo stesso oggetto, anche in serate diverse, perché esso appare sempre sotto forme leggermente diverse, con particolari che le prime volte sfuggivano: così alla fine si potrà dedurre una visione complessiva e ricca. Tutto ciò non può che aumentare l’interesse osservativo.
Mi ricordo che parlammo in mail di alcune schede osservative che ti prepari dopo aver osservato. Come hai sviluppato il tuo metodo?
Questo sistema è semplicissimo e certamente altri astrofili faranno altrettanto. Ad ogni modo io faccio così: imposto data, luogo e inizio dell’ osservazione, altitudine, qualità del cielo, seeing e quant’altro. Mi concentro poi su di una costellazione già scelta prima della partenza da casa e cerco di vedere e “studiare” i vari oggetti che la compongono. Per ognuno annoto l’oculare migliore per osservarlo e scrivoanche il mio parere personale sulla qualità dell’osservazione. A fondo pagina faccio alcune annotazioni sull’intera serata osservativa, se soddisfacente o meno.
L’utilità della scheda consiste ne fatto che la prossima voltasu quella costellazione so già quale oggetto è il più interessante e qual è l’oculare migliore per osservarlo.
(Ho chiesto a Gianantonio di darci un esempio di una scheda osservativa. Lui molto gentilmente ha acconsentito e mi ha inoltrato il file che compila e che rende disponibilit a tutti coloro che vogliano provare a sviluppare un loro metodo personale. Lo potete scaricare dal seguente LINK)
Certo che dopo tutta questa esperienza ne avrai da raccontare!! Cosi…a spot…qual è l’esperienza piu esaltante che hai provato?
Al momento non saprei, ne ho fatte molte. Per esempio una bella M51, vista con il braccio (molto evanescente) che unisce i due elementi. Oppure una bellissima m57, con circa ottanta ingrandimenti, che sembrava staccarsi dal cielo e cadermi in braccio, per non parlare poi del doppio ammasso del Perseo, di M31, di M27 che tutti conoscono e che al telescopio rendono bene. Ecco, molta soddisfazione mi ha dato l’osservazione della nebula 6210 in Ercole che non avevo mai vista e che mi apparsa abbastanza definita con un filtro OIII.
Giantantonio ti ringrazio per questo grande intervento s questo blog. Ci lasciamo con un’ultima domanda, per gli amici neofiti che leggono queste pagine: che consiglio puoi fornire a chi inizia oggi?
Consiglio calma, riflessione e un progressivo adattamento al nuovo hobby. A volte senti neofiti che per la prima volta hanno visto una ventina di oggetti celesti. Questa corsa al primato è sbagliata e non serve a niente: meglio vedere poco e soffermarsi a guardare.
Grazie Gianantonio per averci raccontato un pò di te e della tua passione. Spero di averti nuovamente come gradito ospite di questo blog per raccontarci nuove avventure osservative e per ricevere i preziosi consigli che vorrai fornirci. Un abbraccio,
Fabio Mortari