Galassia di Andromeda – Un racconto di Gianantonio Dolfin

Abbiamo il piacere di presentare su questo blog un racconto di Gianantonio Dolfin, titolato “Galassia di Andromeda”, dedicato a tutti i ragazzi (e non solo) che sognano di possedere un telescopio e dedicato a tutto coloro che desiderano rivivere tramite le sue parole ciò che nella vita di tutti gli astrofili rappresenta un vero e proprio avvento: la prima notte di osservazione con il primo telescopio, piccolo e traballante ma potente veicolo per raggiungere i propri ambiziosi sogni.

Grazie Gianantonio e buona lettura a tutti.

LA GALASSIA DI ANDROMEDA

Un Racconto di Gianantonio Dolfin

Ho tredici anni, compiuti l’altro giorno.

Un bellissimo regalo che da tanto tempo desideravo: un telescopio con relativa montatura. I mei genitori sapevano della mia passione per l’astronomia, anche se non ne ho mai parlato molto, però mi hanno voluto accontentare e li ringrazio di cuore.

Ora dalla fantasia e dai pensieri immaginari, nello sfogliare libri di astronomia e nel vedere foto di oggetti celesti, potrò passare alle vie di fatto. Un telescopio, anche se di piccole dimensioni, mi aiuterà a vedere nel reale quello che libri e foto, mi hanno mostrato finora.

So che non potrò vedere tutto. Anzi soltanto una minima parte mi sarà accessibile, ma basterà a suscitare la mia emozione e l’instancabile desiderio di conoscere.   

Il telescopio è di piccole dimensioni e la montatura è traballante… E’ il mio primo telescopio ed è meglio sia così. Ho impiegato un giorno intero a montare i vari pezzi. Spero di avere fatto tutto giusto, altrimenti comincerò da capo.    

L’astronomia:  come ho detto ne parlo poco. A scuola alcuni mi ascoltano, ma molti ridono per l’inutilità del mio interesse…non me ne importa. Io so quello che voglio e quello che mi aspetta. Stasera è sereno, così dice il meteo… proverò lo strumento e finalmente la vedrò: è la galassia di Andromeda, con la quale, da molto tempo sono a colloquio.

 

 

Di sé, ormai, mi ha detto tutto. Conosco la sua estensione, il suo diametro, la sua distanza dalla terra, la sua sigla. Le sue foto non mi hanno mai stancato. Quella fascia nera che sembra dividerla a metà per la sua lunghezza: deve essere il vuoto assoluto, oppure la sede di polveri oscure. La cosa mi spavent…mi spaventa anche pensare che se scrivessimo venticinque numeri di seguito, quanti ancora ce ne vorrebbero per raggiungere un qualsiasi corpo celeste?   

Lei sta là, da tempo incalcolabile e vi starà per tutto il tempo che non finirà mai, ma ora ho il telescopio e potrò vederla nella realtà, anche se mi apparirà molto piccola e diversa dalle fotografie. Ardo dal desiderio di verificare come mi si presenterà.

    Il cielo è sereno, ormai è notte. Ho raggiunto una postazione in campagna, ma come a volte succede, il percorso ottico per raggiungere la galassia partendo da Cassiopeia, si è improvvisamente velato di nubi.

Attendo  che se ne vadano..intanto il telescopio è pronto per inquadrarla.

Le nubi si infittiscono, non c’è niente da fare. Non mi arrabbio, anzi questa mancata osservazione, alla quale, nel tempo, se ne avvicenderanno sicuramente altre, mi insegna la pazienza. Bisogna sapere attendere:

Il cielo fa quello che vuole e ci offre quello che gli pare, non ci si deve arrabbiare se in astronomia qualcosa va storto. Siamo niente in confronto all’immensità del cielo,   le nuvole ormai hanno coperto tutto lo spazio visibile, però, a ben guardare, mi pare che un settore del cielo si stia rischiarando, ma Andromeda  è sempre oscurata.

Stasera non la vedrò. Non cercherò nient’altro: con lei era il battesimo del telescopio.  

Ora improvvisamente è di nuovo sereno in buona parte del cielo. Miliardi di stelle hanno sconfitto le nubi. 

Il tempo vola e sopraggiunge l’ora del rientro. Guardo un’ultima volta verso l’alto, poi abbasso gli occhi e smonto tutto.

Mi dirigo verso casa. Mentre cammino, sopra la mia testa il fragore dell’Universo.

Gianantonio Dolfin